francesco
 

 

 

Sogno una scuola alla rovescia.

Il luogo elettivo dell’errore. Il posto giusto per imparare, con un
sapere non preconfezionato. Un laboratorio di ricerca.

 

 

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LA SCUOLA AL TEMPO DEL COVID-19 e della GUERRA

“Stia tranquilla, signora, possiamo vederci presto. Ho un posto libero mercoledì, sulla tarda mattinata”. Mi sembrava una buona notizia per una mamma disperata e con un figlio che al secondo anno del liceo scientifico dava preoccupanti segni di disagio.

 

Oppositivo. Intrattabile. Da alcuni mesi aveva trovato rifugio nel fumo. Canne comprese. Al mattino non voleva alzarsi, rendendo particolarmente difficile la situazione familiare.
Sbalordito, ho raccolto questa risposta: “… prof, ma mercoledì sulla tarda mattinata dovrebbe saltare scuola”. 

 

Con una battuta ho cercato di rassicurarla: “Se Enrico, in questo periodo, salta per un giorno la scuola, non potrebbe che fargli bene”. La risata della mamma ha colto il cuore del mio messaggio.

 

Lo ripeto da troppo tempo: evidenti responsabilità e diversi comportamenti inadeguati degli adolescenti non sono certamente aiutati da situazioni scolastiche impoverite e lacerate dalla DAD e, a volte, da alcuni insegnanti che conoscono poco o nulla del vissuto dei nostri ragazzi. Professionalità, empatia e capacità di relazione: zero o quasi.

Una ragazza di un liceo classico, tempo fa, mi segnalava il suo odio per una materia: filosofia. L’insegnante organizzava le sue lezioni sugli appunti presi all’università. Obbligando gli studenti a studiarli con assoluta precisione. Interpretazioni divergenti non venivano ammesse.

 
Queste e tante altre sono le situazioni che, a volte, mi portano a immaginare quasi una sorta di benefico allontanamento da una scuola che, quando assume queste caratteristiche, diventa una sofferenza insopportabile.

 
Nei mesi di lockdown, inoltre, i nostri studenti si sono trovati in un paese precipitato in una situazione di pura follia: incetta di tipo ossessivo compulsivo di mascherine, sicuramente inutili in spazi aperti in presenza di comportamenti responsabili, caccia ai possibili untori di Manzoniana memoria anche con elicotteri, interpretazioni assurde dei regolamenti regionali. Con chiusure prolungate di alcune unità produttive che rappresentavano la spina dorsale della nostra struttura economica. Con limitazioni del tutto irrazionali di tutti coloro che non volevano adeguarsi all’obbligo vaccinale, gli assurdi green pass e le diverse decisioni anticostituzionali. Multe per gli over 50 comprese.
Non solo. La realtà di ogni giorno si è appesantita con titoli sparati in prima pagina da alcuni quotidiani che, con l’obiettivo di garantirsi maggiori vendite, con le loro notizie, spesso contraddittorie, hanno alimentato caos, paura e preoccupazione. Con dati sistematici sul numero dei contagiati senza precisare quanti erano gli asintomatici, i bisognosi di cure e, soprattutto, anestetizzando le persone con il folle messaggio: “tachipirina e vigile attesa”.

 
Impossibile dimenticare l’inaccettabile e vergognoso ostracismo nei confronti di alcuni medici dell’ospedale di Bergamo che realizzando le autopsie, proibite dal governo, hanno scoperto la CID (coagulazione intravasale disseminata), fondamentale per orientare le cure e modificare gli interventi nei reparti ospedalieri. In particolare nelle terapie intensive.

 
Avremmo dovuto affidare alla nostra intelligenza una maggiore capacità di direzione e di equilibrio, caratteristiche che molte persone hanno smarrito.

 
Una generazione, fra l’altro, travolta da messaggi continui nel sostenere l’importanza di inviare armi da guerra in Ucraina al fine di perseguire la pace. Una sorta di ossimoro culturale.

 
Si è realizzato un tale casino istituzionale che ha fatto precipitare la nostra economia, determinando situazioni inaccettabili e di forte preoccupazione. Non basteranno alcuni anni per recuperare una realtà che abbiamo, in modo insensato, affossato. Ora, solo ora, ci si rende conto. Forse, troppo tardi.

 
Senza dimenticare lo spettacolo indecoroso fornito ogni giorno da alcuni virostar, testardi sostenitori a volte di dati falsi, spesso di vere proprie assurdità e stupidità.

 
Bisognava ascoltare con maggiore capacità critica il parere di veri professionisti. Esperti che con competenza, onestà e responsabilità lavorano ogni giorno con pensieri onesti e non allineati. Con un pensiero forte, commosso e riconoscente al dottor Giuseppe De Donno.

 
L’obbligo di recuperare buon senso e misura in un paese che, nelle situazioni citate, ha espresso il peggio di sé in questi ultimi mesi, mi mette quasi nella condizione di rivedere il mio giudizio sulla scuola. Magari suggerendo alla nostra insegnante di filosofia di abbandonare i suoi appunti, fuorvianti e inutili. Con la speranza che alcuni formatori recuperino simpatia, autorevolezza, capacità di comunicazione e maggiore sensibilità nel sostenere gli studenti in difficoltà. Problematiche difficili da risolvere con … le sedie a rotelle.

 
Mentre auguro a tutti, adulti e adolescenti, una ripresa serena del proprio lavoro, devo quasi ricredermi sulla mamma di Enrico. Forse aveva ragione. Devo modificare il mio pensiero: rientriamo a scuola ragazzi. Il più velocemente possibile. Fuori è peggio. Ovviamente con ministri dell’istruzione e della sanità più onesti, competenti e non asserviti al pensiero unico.